Il giorno della memoria

Il 27 gennaio del 1945 venne liberato il campo di sterminio di Auschwitz. La legge 211, tenacemente voluta dal deputato Furio Colombo, istituisce il “Giorno della memoria” per ricordare le vittime della carneficina e gli uomini giusti che vi si opposero. Essa consta di sue articoli.


La storia del genere umano ha conosciuto innumerevoli eccidi e stermini. Quello attuato in Europa nel Novecento contro gli ebrei differisce dagli altri per le sue caratteristiche di radicalità e scientificità. Mai era accaduto, ad esempio, che persone abitanti nell’isola di Rodi o in Norvegia venissero arrestate per essere deportate in un luogo (Auschwitz) appositamente destinato ad assassinarle con modalità tecnologicamente evolute. Per questo si parla di “unicità” della Shoah; definizione che pertanto costituisce il risultato di una comparazione storica, e non un pregiudiziale rifiuto di essa.Shoah è un vocabolo ebraico che significa catastrofe, distruzione. Esso è sempre più utilizzato per definire ciò che accadde agli ebrei d’Europa dalla metà degli anni Trenta al 1945 e in particolar modo nel quadriennio finale, caratterizzato dall’attuazione del progetto di sistematica uccisione dell’intera popolazione ebraica.


Tale progetto venne deciso e concretizzato dal Terzo Reich nel corso della seconda guerra mondiale; venne attuato con la collaborazione parziale o totale dei governi o dei movimenti politici di altri Stati; venne interrotto dalla vittoria militare dell’Alleanza degli Stati antifascisti e dei movimenti di Resistenza. Se invece i vincitori fossero stati la Germania nazista, l’Italia fascista, la Francia di Vichy, la Croazia degli ustascia ecc., non un solo ebreo sarebbe rimasto in vita nei territori controllati da questi.Ricordarsi di quelle vittime serve a mantenere memoria delle loro esistenze e del perché esse vennero troncate. E la memoria di questo passato serve ad aiutarci a costruire il futuro.


Molti Stati hanno istituito un “giorno della memoria”. L’Italia lo ha fissato al 27 gennaio: la data in cui nel 1945 fu liberato il campo di sterminio di Auschwitz. In effetti altri ebrei, d’Italia e d’Europa, vennero uccisi nelle settimane seguenti. Ma la data della Liberazione di quel campo è stata giudicata più adatta di altre a simboleggiare la Shoah e la sua fine.Ovviamente la Shoah fu un evento storico interrelato con gli altri avvenimenti storici; per questo la legge italiana indica altri gruppi di persone la cui memoria va mantenuta viva: coloro che, a rischio della propria vita, combatterono il fascismo e il nazismo e coloro che comunque contrastarono lo sterminio e salvarono delle vite.


Da domani sarà triste, da domani.
Ma oggi sarò contento,
a che serve essere tristi, a che serve.
Perché soffia un vento cattivo.
Perché dovrei dolermi, oggi, del domani.
Forse il domani è buono, forse il domani è chiaro.
Forse domani splenderà ancora il sole.
E non vi sarà ragione di tristezza.
Da domani sarà triste, da domani.
Ma oggi, oggi sarò contento,
e ad ogni amaro giorno dirò,
da domani, sarà triste,
Oggi no.

(Poesia di un ragazzo trovata in un Ghetto nel 1941)

Published in: on 27 gennaio 2011 at 12:58  Lascia un commento  

Silenzi…

Ci sono silenzi che

costruiscono enormi castelli ,

nelle nostre anime scosse ;

e noi raccogliamo in essi

bauli di parole, di emozioni…

 

(Dal web)

 

Il silenzio a volte ci può dire molto di più che mille parole..

Ci sono silenzi d’intensa..

Silenzi d’indifferenza…

Published in: on 26 gennaio 2011 at 16:38  Lascia un commento  

I vostri vecchi

Guardate gli occhi dei Vostri vecchi.

Oggi portano i colori dell’autunno

ma ieri hanno donato sguardi

vivi come bacche di agrifoglio

teneri come fiori di biancospino.

Guardate le mani dei Vostri vecchi.

Oggi contano i giorni sulle ginocchia

ma ieri hanno lottato, costruito

seminato carezze

momenti di sole…

Guardate i passi dei Vostri vecchi.

Oggi avanzano lenti, discreti come ombre

ma ieri hanno percorso pianure di speranze

sudato lungo vicoli arroganti del dolore.

Caduti si sono rialzati…

Guardateli e aspettateli i Vostri vecchi

prima che il tramonto li porti via.

Se siete qui è perché loro hanno soprattutto amato.

 

(Dal Web)

Published in: on 24 gennaio 2011 at 11:29  Lascia un commento  

L’ultimo treno della notte (Dacia Maraini)

In questo romanzo Dacia Maraini ha dato il meglio di sé. E’ sicuramente uno dei miglior libri che ho letto ultimamente.. e’ impossibile non rimanere conquistati dalla storia…


Emanuele è un bambino ribelle e pieno di vita che vuole costruirsi un paio di ali per volare come gli uccelli. Emanuele ha sempre addosso un odore sottile di piedi sudati e ginocchia scortecciate, l'”odore dell’allegria”. Emanuele si arrampica sui ciliegi e si butta a capofitto in bicicletta giù per strade sterrate. Ma tutto ciò che resta di lui è un pugno di lettere, e un quaderno nascosto in un muro nel ghetto di Lodz. Per ritrovare le sue tracce, Amara, l’inseparabile amica d’infanzia, attraversa l’Europa del 1956 su un treno che si ferma a ogni stazione, ha i sedili decorati con centrini fatti a mano e puzza di capra bollita e sapone al permanganato. Amara visita sgomenta ciò che resta del girone infernale di Auschwitz-Birkenau, percorre le strade di Vienna alla ricerca di sopravvissuti, giunge a Budapest mentre scoppia la rivolta degli ungheresi, e trema con loro quando i colpi dei carri armati russi sventrano i palazzi. Nella sua avventura, e nei destini degli uomini e delle donne con cui si intreccia la sua vita, si rivela il senso della catastrofe e dell’abisso in cui è precipitato il Novecento, e insieme la speranza incoercibile di un mondo diverso.


Amara è una giovane aspirante giornalista. Nonostante il divieto espresso da parte del Duce di utilizzare nomi non riconducibili ai santi, suo padre era riuscito a far registrare all’anagrafe quel “Maria Amara Sironi”, un nome, ma anche un aggettivo, che rivela il senso di questa appassionante vicenda.
Amara come la realtà, amara come la vita. Il romanzo di Dacia Maraini corre sul doppio binario della storia, attraverso le campagne sconfinate e gelide dell’Europa dell’Est, attraverso la cortina di ferro. Una giovane donna varca da sola il confine con l’altro lato del mondo, nel 1956, alla ricerca di Emanuele, il suo amico d’infanzia disperso ad Auschwitz. Tra vecchi registri impolverati e anguste biblioteche di regime in cui gli archivi dell’epoca vengono letteralmente seppelliti, incastrata tra le maglie di una burocrazia macchinosa e avvilente, Amara si troverà nel bel mezzo della rivolta ungherese. Alla ricerca di un affetto privato, Amara si addentrerà nel labirinto di una grande tragedia storica, l’olocausto, per giungere alla fine al cospetto di una guerra simbolo dell’abisso in cui è piombato il Novecento.
Dacia Maraini in queste pagine rende il suo omaggio, di donna libera e impegnata, al secolo appena trascorso, toccando i nodi centrali, i nervi ancora scoperti di una società che ha sperimentato l’orrore della civiltà e che lentamente prova a risollevarsi. Lo fa regalandoci un personaggio femminile ricco di umanità e verità, una donna capace di superare le paure e le convenzioni per vivere in prima persona, toccare con mano, la tragedia che si consuma in Europa e di cui nessuno è ancora consapevole. Una donna carica di un coraggio che solo il desiderio di conoscenza può ispirare, che diventa simbolo di una passione tutta umana per la ricerca. A queste donne Dacia Maraini ci ha abituati in questi anni, ispirando valori che trovano nell’espressione completa della femminilità tutta la loro carica dirompente. Lo fa, anche in questo romanzo, con la classe e la precisione di una prosa perfetta, armoniosa che ricorda i grandi classici della letteratura mondiale.

Ecco alcuni commenti che ho trovato in rete..

  • L’ho trovato un libro stupendo! E’ un modo di conoscere la storia e di quello che veramente è accaduto in un momento nefasto della storia tramite la lettura piacevole di un romanzo appassionante! Dovrebbe essere un libro da far leggere nelle scuole!

  • Bellissimo,l’ho letto tutto d’un fiato,è una storia appassionante,interessante commovente a tratti sconvolgente. E’un libro da leggere per rinnovare la memoria e su cui riflettere per non ripetere gli stessi errori fatti in un passato mai troppo lontano,per questo è da consigliare sopratutto ai più giovani!!!.Coloro cioè che ormai non possono più usufruire delle sconvolgenti testimonianze da parte dei “reali” e pochissimi protagonisti sopravvissuti ai campi di concentramento. Il personale pensiero va tutti coloro che si sono ritrovati costretti a vivere un’esperienza tanto dolorosa quanto assurda e devastante.

  • Ho trovato questo libro il più bello, fra quelli che ho letto, della Maraini. Gli orrori del nazismo e del comunismo sono mirabilmente descritti con appassionata intensità. Il romanzo è molto ben scritto e la lettura piacevole e interessante.

  • Ho letto questo libro con meno di una settimana,trovando ogni piccolo ritaglio di tempo possibile! era tantissimo che un libro non mi prendeva cosi tanto!! le ultime pagine mi hanno sconvolta, visto che da inguaribile romantica mi aspettavo un finale decisamente diverso! ma è un libro assolutamente fantastico! l’ultima frase mi ha toccato il cuore! e’ un libero bellissimo, che andrebbe letto!!!!

Published in: on 20 gennaio 2011 at 09:16  Lascia un commento  

Dimenticami, ma non scordarmi

Scordare è più crudele di dimenticare:

chi è dimenticato viene tolto dalla mente,

chi è scordato viene tolto dal cuore.

E se io abito nel tuo cuore e tu mi cacci,

io non avrò altro posto dove stare.

 

Dimenticami, ma non scordarmi.

 

(Io sono di legno – Giulia Carcasi)

 


 

Personalmente spero che le persone a cui voglio bene,

si ricordino di me,

e che mi tengano sia nel loro cuore sia nella loro mente..

Published in: on 19 gennaio 2011 at 13:36  Lascia un commento  

Un sogno nuovo

Il mondo viene creato dai vostri sogni.

Avete sognato fabbriche gigantesche,

altissimi palazzi,

tante automobili quante

sono le gocce d’acqua di questo fiume.

Ora cominciate a riconoscere che il

vostro sogno è in realtà un incubo.

Perché la vita possa continuare,

dovete insegnare ai vostri figli

a sognare un sogno nuovo.

 

(Jaroslav Seifert)

Published in: on 18 gennaio 2011 at 20:16  Lascia un commento  

Ho la sensazione..

Oggi è una di quelle giornate..in cui ho la sensazione che il tempo si sia fermato…che tutto attorno a me sia immobile..stagnante…mi pongo sempre le stesse domande..ho i medesimi pensieri..problemi..l’unica cosa che sembra in movimento è il lavoro..ma anche quello non sembra che stia andando nella direzzione che vorrei…Questa sensazione è accompagnata dalla malinconia..che si addice perfettamente  a questa fredda giornata invernale..

Pochi possono dirsi: “Sono qui”.

 La gente si cerca nel passato e si vede nel futuro.

(Georges Braque)

Published in: on 16 gennaio 2011 at 17:54  Lascia un commento  

Tristezza

Se a volte zitta zitta arriva la tristezza,

Dille con molta gentilezza

Di tornare dopo le tre,

Ma se proprio vuol stare con te

Offrile pure una tazza di tè;

Raccontale poi I tuoi giorni più belli,

Di boschi, vacanze e di castelli.

Falla stare solo un pochino,

E poi esci a giocare in giardino

Salutala bene, educatamente,

E non crederle troppo perché spesso mente:

Scambia il grigio con il nero,

l’amico caro con uno insincero.

Falle un poco di compagnia,

E poi sorridendo mandala via.

Se ritornasse, la tristezza,

Chiedi alla mamma una carezza,

Parla un poco con gli amici,

Che quando si è insieme, si è più felici.

 

(Dal Web)

Purtroppo non è facile scacciare la tristezza

quando arriva

è sempre  accompagnata dalla malinconia..

insieme formano una coppia difficile da sconfiggere..

Published in: on 14 gennaio 2011 at 13:59  Comments (4)  

Strade delle vita…

Si può avere la sensazione che

le cose siano arrivate ad un punto in cui

è troppo tardi per fare qualcosa,

che la vita percorsa sia così malridotta

da non dare più la possibilità di tracciare

una strada futura un pò diversa.

Ma c’è sempre un punto nella strada

dove se ne può tracciare un’altra

e cercare di seguirla.

Non esiste una persona viva che non possa

iniziare qualcosa di nuovo.

 

(L.Ron.Hubbaud)

 

Per non farsi soffocare dalla routine

È necessario cercare sempre nuovo strade..

Nuovi sbocchi…

Published in: on 13 gennaio 2011 at 12:52  Lascia un commento  

Assisi

Assisi è una bella città, che vale la pena di visitare..Le viuzze del paese sono molto caratteristiche, così come le numerose scalinate..che richiamano un tempo passato..Ci sono numerosi monumenti da visitare..Personalmente sono stata molto colpita dalla Chiesa di Santa Chiara, difficilmente mi dimenticherò la volta della cripta, non tanto per la sua bellezza architettonica, ma per le sensazioni che ho provato ammirandola..era come se fossi circondata completamente dalla volta celeste..

Invece mi ha un po’ deluso la Basilica di San Francesco, architettonicamente è molto bella..ma mi è sembrata in netto contrasto con la dottrina insegnata dal Santo..

Per chi è interessato ha visitare questa bella città, ecco alcune note storiche e architettoniche che vi potrebbero servire..



Storia

Il territorio sul quale oggi sorge il borgo di Assisi ha origini molto antiche, come possono testimoniare i ritrovamenti archeologici che sono stati effettuati nell’area in questione nel corso degli anni e che raccontano la presenza stabile di popolazione a partire dal periodo Villanoviano, con la popolazione degli Umbri.

Assisi divenne poi un centro etrusco fino a che, nel 295 a.C fu conquistata da Romani, che la fecero divenire un Municipium, una importante città fiorente sia sotto l’aspetto politico che sotto quello sociale ed economico, dopo la caduta dell’Impero Romano, Assisi fu assediata dagli attacchi dei Barbari, passò poi sotto il controllo dei Bizantini e dei Longobardi, fino a che, nel corso dell’anno mille, riuscì a proclamarsi Libero Comune.

Nel corso dei secoli successivi il borgo divenne un possedimento di Federico Barbarossa ed alla fine del XII secolo accolse la nascita di San Francesco, in seguito la cittadina umbra appartenne allo Stato della Chiesa, alla famiglia dei Perugini, al nobile Giangaleazzo Visconti per passare poi sotto il controllo della famiglia Sforza.

Segnata dalla profonda divisione tra le due parti della città, Assisi visse alcuni anni di dure lotte tra la popolazione, tra coloro che si identificavano con il nome di Fiumi, della Parte meridionale della città, ed i Nepis, della parte settentrionale, scontri che proseguirono fino all’annessione della città al Regno d’Italia, avvenuta nel corso del 1860, dopo un Plebiscito.



Monumenti da Visitare


  • La Basilica di San Francesco di Assisi: Si tratta di un edificio realizzato nel 1228, anno della morte del santo, la chiesa è stata riconosciuta Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, il luogo della costruzione è emblematico, secondo la Leggenda fu proprio San Francesco a chiedere di essere seppellito in questa parte della città, al suo tempo destinata alla sepoltura dei delinquenti e dei fuorilegge. La Chiesa si divide in due parti, la Basilica Superiore, con vetrate medievali ed un interno decorato in stile gotico, e la Basilica Inferiore, le cui pareti e soffitti sono stati dipinti da artisti quali Giotto, Martini e Cimabue.
  • La Basilica di Santa Chiara: Edificio duecentesco dedicato all’altro figura religiosa della città di Assisi, si tratta di una costruzione in stile gotico al cui interno, tra affreschi e statue medievali, si potranno ammirare la Cappella di Sant’Agnese e quelle del Sacramento e del Crocifisso.

 

  • La Chiesa di San Rufino : Costruzione in stile romanico realizzata nella prima metà del XII secolo, si tratta di un edificio sacro, al suo interno si trovano la Fonte Battesimale nella quale furono battezzati i due giovani santi cui la città è devota ed alcuni pregevoli dipinti ed affreschi.

 

  • La Rocca Maggiore: Era stata costruita come castello feudale tedesco. Federico di Svevia, il futuro imperatore Federico II vi passò alcuni anni della sua infanzia (fu infatti battezzato ad Assisi nel 1197, all’età di tre anni), affidato alle cure di Corrado di Urslingen. Un anno più tardi, durante un’assenza di Corrado, durante dei moti popolari indipendentisti, la Rocca fu distrutta dagli Assisani. Soltanto nel 1367 il Cardinale Albornoz la ricostruì riutilizzando le mura merlate esterne occidentali e parti delle mura interne. Nel 1458 il Signore di allora, Jacopo Piccinino, fece costruire il torrione dodecagonale e il lungo muro di collegamento; Papa Sisto IV restaurò il mastio nel 1478 e Paolo III fece erigere nel 1535-38 il torrione circolare vicino all’ingresso.

Cucina

 

La cucina del territorio di Perugia e di Assisi è essenziale e semplice, lontana da piatti troppo sofisticati.

Il primo protagonista delle tavole umbre è l’olio che si produce in questa terra e che arricchisce ogni piatto senza coprirne il sapore.
Le coltivazioni di “piantoni” di olivo nascono specialmente dove di arroccano Assisi, Spello, Foligno, Trevi, Campello e Spoleto.
L’olio prodotto in Umbria è di tipo extravergine e si presenta di colore giallo dorato con toni verdi, è limpido ed ha un profumo caratterizzato da toni vegetali equilibrati da un sentore fruttato molto piacevole.

Io non sono una estimatrice dell’olio di oliva, ma dopo questo viaggio ad Assisi mi devo ricredere..Un semplice piatti di pasta al pomodoro si trasforma con un goccio di olio extravergine..

L’altro protagonista della cucina umbra è il tartufo nero proveniente dalla Valnerina che viene conservato grazie a speciali impianti messi a punto dai ricercatori di Norcia (capitale del tartufo nero).

I verdi boschi umbri sono degli eccellenti produttori di tartufo specialmente sulle montagne spoletine e sul Subasio. E’ molto apprezzato come condimento per la pasta e viene molto usato con la selvaggina.

Published in: on 10 gennaio 2011 at 12:30  Lascia un commento